Cos'è l'autismo

La parola autismo deriva dal greco autòs, che significa sé stesso, e descrive uno dei comportamenti più caratteristici della patologia, ovvero il ripiegamento su sé stessi.
L'autismo viene considerato dalla comunità scientifica internazionale un disturbo pervasivo dello sviluppo (classificazione ICD 10 dell'OMS e DSM IV), si manifesta generalmente entro il terzo anno di età con deficit variabili in comunicazione, interazione sociale e immaginazione, e comporta molto spesso notevoli problemi di comportamento.
L'autismo può anche essere associato a disturbi neurologici aspecifici, come l’epilessia, o specifici, come la sclerosi tuberosa, la sindrome di Rett o la sindrome di Down.
Si tratta di una disabilità complessa e grave che non altera l’aspetto fisico “normale” ma che coinvolge diverse funzioni cerebrali e perdura per tutta la vita: di autismo non si guarisce! Fa parte di un intervallo dei disordini inerenti allo sviluppo conosciuti come i disordini autistici di spettro (ASD).
Alla base della sindrome vi sono diversi deficit organici e genetici che la moderna ricerca biochimica va progressivamente individuando.
Attualmente le aree di ricerca scientifica sulle cause dell’autismo sono di tipo fisiologico e genetico. Esistono varie ipotesi sulle quali si stanno facendo ricerche. Le principali sono: disturbi nelle aree cerebrali, disfunzioni genetiche, conseguenze dei metalli pesanti all’interno dell’organismo, intolleranze alimentarie asintomatiche.
Per il momento, comunque, non vi è alcuna causa definitiva, nessuna ricerca scientifica ha potuto, fino ad oggi, stabilire l’etiologia dell’autismo. 
In Italia oltre 400mila famiglie hanno una persona autistica nel proprio nucleo, con i dati statistici più recenti che rilevano un caso ogni 100 bambini nati, ed in costante crescita. La patologia, inoltre, è quasi cinque volte più comune fra i maschi rispetto alle femmine.